27 luglio 2011

Ciò che è degno di essere considerato.

Ad esempio un cane che scodinzola, è degno di essere considerato.
Il linguaggio lento dei vecchi.
Chiunque si scusi.
Quelle foglie piccolissime nel vasetto sul mio terrazzo.
Chi paga la spesa e va avanti.
Degna è la mano che chiede.
L'acqua che disseta il mio bambino.

La lampadina che accende una stanza, il canto di un coro fuori da una chiesa.
Non sprecare carta, riciclare un vecchio lenzuolo è cosa molto degna.
Degno è il pensiero onesto.
Conoscere i nomi delle stelle.
Chi cura la terra.
Chi studia la storia.
La parola "grazie".

Considero degno chi ha provato vergogna di sè stesso.
Il primo libro che ho letto.
Il mestiere d'insegnare e l'odore bianco del gesso.
Gli oggetti di legno e i fazzoletti di stoffa.
La pioggia in autunno, il freddo d'inverno, il caldo in estate e le giuste stagioni.

La parola "lavoro" è tra le più degne.
L'amore fatto al buio.
Non vergognarsi di dire " mi hai fatto male da morire".
Quando non riesci a smettere di ridere.
Chi ha tanta paura.
Chi non ne ha per nulla.

Non saperti spiegare, bambino, ma provarci lo stesso.

26 luglio 2011

Le corna spiegate a mio figlio.

C'è solo una cosa peggiore del prendere un virus gastrointestinale a Luglio.
E' che lo prenda tuo figlio di 18 mesi.
Il tunnel termometro-daje di tachipirina-in bagno! in bagno! è stato coraggiosamente affrontato dal piccolo Magù con stoica resistenza, una prodigiosa capacità d'imbrattare pannozzi, un'accanita, instancabile tendenza all'accozzamento frignulento, un dolcissimo spezza-cuore sguardo da 7nano.

Il piccolo convalescente è arrotolato sul divano, ti chiama sventolando il libro delle filastrocche con l'occhio 7nano di cui sopra, tu ti riprendi dallo svarione d'amore traboccante come le bollicine dal bicchiere di spumante, ti siedi accanto a lui, gli scosti una ciocca di capelli un po' umida, lo baci sulla fronte tiepida appena sfebbrata, e apri una pagina a caso.
Questa.


Con in testa la parrucca
a ballare va la mucca
nella stalla poi ritorna
dal marito con le corna.


...
No vabbhè, ha un che di geniale.

14 luglio 2011

Dicono di.

Lei è una che diffida di chi non sa essere gentile.
Chi le stringe la mano svogliato, molle come uno straccetto le fa sorgere come un sospetto a priori.
Lei è una che guarda moltissimo e si fa una sua idea, ma non la dice subito, aspetta di arrivare a casa e che qualcuno le chieda "allora, che ne pensi? guarda che ti ho vista, so che hai un'idea."
A lei piacciono quelli che li capisci , cos'è che vogliono, quello che li delude e ciò che non tollereranno mai.
La mettono a suo agio.
Il non sapere con chi ha a che fare la mette in agitazione e fa sì che cominci a muoversi nervosamente e sudare, come quando stai in pantaloncini su una poltrona di pelle che appiccica.
E poi -chiaro- quelli che sanno ridere.
Soprattutto di sè stessi.
Quando le capita d'incontrarli si rilassa subito, perchè ha la certezza che non avranno paura di nulla, visto che hanno imparato a non prendersi troppo sul serio.

Di lei invece si potrebbe dire che è sensibile.
Qualcuno direbbe che è dolce.
Idealista, fragile, permalosa, braccino corto, ingenua, gentile, approssimativa, senza senso delle proporzioni, istintiva, infiammabile, maldestra, svagata, curiosa, infantile, trasparente, un tantino bimbominchia e parecchio cazzara.
Molti la troverebbero buffa.
Pochi direbbero che sa guidare.
Nessuno direbbe che è elegante.
Tutti direbbero che è stordita.

Lei direbbe che ama ascoltare la notte salire su per i muri d'estate.
Lasciar fuori i pensieri a grattare la porta e miagolare.
Non farli entrare.
Attorcigliare le gambe e sentirne il fruscìo sotterraneo, come di acqua corrente, segreta.
Lei direbbe che questo basta per conoscerla, ma solo ora e per poco ancora, tra le undici di sera e il lavandino che gocciola.

7 luglio 2011

Una è lì che sta per chiudere il piccì e andarsene a letto quando quello ti notifica la newsmail mensile di UnoDei15.000PortailPerMamme a cui ti eri iscritta in gravidanza.
Newsmail che s'intitola tipo così: LE 5 COSE SUL PARTO CHE DEVI ASSOLUTAMENTE SAPERE.
Ora, permettetemi solo una breve rilettura del tutto.
Così, tanto per mettere i puntini sulle "i".

La rilettura di Susibita:

1. Dimentica il tuo piano parto - Perchè, c'era un piano?

Vorrei una musica soffusa, delle candele alla vaniglia, il mio compagno accanto a me e mille altre cose. E' il piano del parto che probabilmente avrai scritto con tanta cura e dovizia di particolari. Ecco, nella concitazione del momento il tuo piano potrebbe essere del tutto dimenticato.
I medici saranno impegnati a far uscire il bambino, tu sarai impegnata a respirare e a spingere. E il tuo unico pensiero sarà che finisca al più presto.

E il secondo "La verginità è sottovalutata."


2. Non sentirti in imbarazzo - Maddeche? sto solo in mezzo a 12 persone aperta come una cozza.

Durante il travaglio potresti sudare tantissimo, gridare, trovarti nuda tra tante persone.
Non preoccuparti: nessun imbarazzo. Medici, infermiere e ostetiche ci sono abituati e non è certamente il momento adatto per pensare al bon ton.
All'inizio potresti sentire la voglia irrefrenabile di coprirti il più possibile. Ma ad un certo punto, a travaglio iniziato, ti renderai conto che nessun pudore è permesso e che potrà arrivare anche il garzone del bar...nessuno starà lì a fissarti con sguardi indiscreti.

No certo: dici a parte 1 ostetrica, 1 infermiera, 1 seconda infermiera che passa di lì, quella delle pulizie, il tuo ginecologo, il collega giovane e figo del tuo ginecologo e - se non è andato a farsi una birretta- il padre di tuo figlio.

3. Ogni parto è diverso - O "Dell'arte del Paraculo"

Sei stata diligente e hai seguito tutte le indicazioni che ti hanno dato al corso preparto, hai imparato le tecniche di respirazione e intendi applicarle al momento giusto. Non illuderti: ogni parto è unico e diverso e come sarà lo scoprirai solo al momento giusto.
D'altronde potresti anche essere fortunata: tante donne rivelano che, alla resa dei conti, l'esperienza è stata meno dolorosa di quanto avevano sentito dire e di aver esagerato con grida e pianti per timore di non ricevere la giusta solidarietà dal proprio compagno dopo il parto.

No vabbhè queste ora le voglio conoscere, vi prego.

4. Spesso non è come te lo eri immaginato - Per la serie "ho appena partorito Bilbo Beggins, ma è così cariiiiiino..."


Appena nati i neonati sono spesso bruttini, ricoperti di una sostanza viscida e biancastra, i lineamenti un po' stressati a causa della fatica del parto, disperati per il pianto e il freddo.
Non sembra proprio l'angioletto che avevi immaginato per tutti e nove i mesi di gravidanza.
Eppure basteranno poche ore e il tuo piccolo diventerà un neonato rosa e sereno.

Leggi anche: ti vien fuori sto rospo, una specie di nano rugoso con la peluria tipo David Gnomo, ma con la faccia di Fassino.
Però è tanto bellodemamma...

5. Il tempo fa dimenticare - Seeee. Ah-ah.

E' proprio vero che i dolori del travaglio e del parto con il tempo si dimenticano. Si scorda l'intensità di quel dolore perchè, forse, la gioia per la maternità supera di gran lunga quella sofferenza.
Al punto tale che potresti essere tentata dal desiderio di ripetere l'esperienza.

Ed è in quel preciso momento che faresti bene a convincerti che il sesso è decisamente sopravvalutato.

5 luglio 2011

Quello che mi son dimenticata di dire

Lo so che ho parlato di feste del nido, tacco sì tacco no, referendum, googhini innamorati e nonne che mi hanno detto ciao.
E non ho detto che cammini, che ora corri, che parli, a modo tuo.
E' che non me ne hai dato il tempo.
Non sarei mai riuscita a starti dietro, dammene atto.
T' ho lasciato che traballavi tra la sedia e il divano e ora fai il waka waka.
Non ho fatto in tempo a prepararti lo yogurth sul tavolo che passando t'eri già servito.
Ridevi quando nascondevo la testa sotto il berretto di lana e oggi da dietro la tenda ghignando mi hai guardato e hai fatto: "cu-cù?".
Googhi raccoglie i frutti di mesi di stoica rassegnazione quando lo abbracci e ogni mattina lo cerchi.
Io ti do il tazzino di Topolino col beccuccio ma tu sai che il bicchiere fa più figo.

Per te mama è mamma, che poi sarei io.
Babààààà è papà, ossia Papone ti voglio qui, subito, vieni immediatamente.
Gno-gno-gno-gno è no. Ma proprio gno.
Ughi, o Ugh è Googhi. Ma anche Arturo. Ma anche cane, passero, il ragnetto che passa, 'na lucertola.
Per te 'azz è grazie, ma solo quando -raramente- ti gira.


Per te ogni cosa è degna di essere indicata: l'aereo che passa, il trenino rosso sul libro, la panza del tizio in coda alle casse.
Per te il tempo è dilatato, e 3 giorni valgono mesi.
Quello che impari in un pomeriggio all'asilo io non lo potrei memorizzare in 1 anno.
Come fai?
Com'è successo?
E' uno stupore simile a quello che mi prendeva la mattina quando passavo davanti allo specchio e vedevo riflessa la mia panza, sempe più grossa, e non mi riconoscevo, mi pigliava una sincope ogni volta. Oh cazzo ma che è? quand'è successo? di notte?

Non ti sto dietro, gno gno.