30 ottobre 2012

Sono una organizzata ed affidabile.

A meno di 24 ore dalla festicciola in maschera abbiamo perso il muso del leoncino.

E l'unica alternativa verosimile (?) è una coccinella.

oh. shit.






26 ottobre 2012

Quella là.

"Passami il vestitino di quella là, sta lì sul divano."
"E' che tu non capisci più nulla da quando c'è quella là, ti sei imbesuito."
"Quanto tempo è che non la cambiamo quella là?"
"Ti rendi conto? quella là a Natale avrà già sei mesi."
"Ma dov'è quella là?"


Potrei dire che Quella Là condivide il triste, ineluttabile destino dei secondogeniti, meglio noti come noncisicaganessuno.
I secondogeniti non hanno  foto, diapositiva, video, cartolina, calendario stampato o orologio da tavola di alcun loro complimese e rade foto dei loro compleanni.
Io, per dire, ho un buco tra quello dei 3 (n. 2 pagine di album con Susibita in codini e naso scaccoloso) e quello dei 12 (videocassetta di Susibita e amichette che ballano hannouccisoluomoragno sulla terrazza di casa. Ecco, l'ho detto.).
Il fatto è che non ho mai superato il trauma dei 12 monotema-photoalbum di zia Subli.

Dicevo, potrei dire.
Ma la verità è che inspiegabilmente, misteriosamente, Quella Là ha trovato una sua linea di galleggiamento all'iinterno dell'intenso moto ondoso familiare.
Civettuolamente, innocentemente, ridancianamente, Quella Là si fa notare.
Si fa notare quando passi e ti sorride: prima con gli occhi, poi con la bocca, indi senza denti, infine con le orecchie. Quando la trovi a pomiciare con la margherita della chicco. Quando grida, da femmina (i maschi urlano, Quella Là no. Quella Là grida, che è diverso: acuta, insistente, cagacazzi. Una femmina insomma.).
Potrei dire che lui ci succhia energie, che ho il terrore di dimenticarmela a casa e uscire, che gli unici vestitini suoi sono dei regali, che siccome la vesto coi completini blu di lui me la scambiano tutti per un maschio e allora rimedio con una fascetta rosso coccinella.
Ma la verità è che quella Là condivide l'ineluttabile destino dei secondogeniti: e sopravvive.
Inspiegabilmente, miracolosamente, ci sopravvive.
 Potrei dire che il bagnetto di lui era tutto un mettisapone-bubusettete-no ma vieni a vederlo-porta la macchina, mentre quello di Quella Là è amore lavati i denti-qualcuno mi passa il sapone?- amore lavati i denti- Questa qua va lavata- amore metti il pigiama- metti giù il talco- amore metti il pigiama- oddio pocopoco e mi cascava.
Ma la verità è che nonostante questo - non so come non so dove -  io a Quella Là non riesco a levarle gli occhi di dosso.




p.s.

http://www.lastaccata.it/article-give-away-le-mamme-non-mettono-mai-i-tacchi-antiguida-al-mestiere-di-mamma-111707421-comments.html#anchorComment

partecipo al giveaway della Staccata perchè vorrei regalare il suo libro alla mia carissima amica che partorisce tra un mese e qualcosa.
Sì, F.: sto cercando di vincere il libro che ti voglio regalare: la mia braccinitudine non ha confini, superata quasi solo dalla mia faccia di merda. Ma ti voglio bene, eh.

22 ottobre 2012

Test: quanto conoscete Susibita.

Il test più inutile della blogosfera: fallo, non può farti più male che leggere il suo blog.

  1. Susibita va a comprare la carta igienica quando:

    a. apre l'ultima confezione da 10 rotoli, con largo anticipo e lungimirante organizzazione.
    b. quando è finito l'ultimo rotolo disponibile.
    c. quando è finito l'ultimo rotolo di scottex sostitutivo della carta igienica finita da 1 settimana.
  1. Di fronte a Nonna Pensaci Tu che spegnendo il dvd a Magù lo stronca dicendogli “sì ma non ci crederai mica davvero? Peter Pan mica esiste, è solo una storia. Tu non credi alle storie vero?”

    a. in puro assetto zen sorride placidamente, saluta la nonna chiamando a sé il pargolo e con calma serafica gli spiega che le persone spesso la vedono in modo diverso, specie bambini e (alcuni) adulti.
    b. in puro assetto zen sorride placidamente, saluta il pargolo e con calma serafica chiede alla nonna "allora la piantiamo con 'ste cazzate? lei crede allo Spirito Santo, accende candeline sotto un altare e l'esistenza del Santuario di Lourdes non pone interrogativi alla sua integerrima razionalità. Essù, quasi quasi più semplice il coccodrillo che s'è ingoiato la sveglia.”
    c. s'imbruttisce e rosica, divisa tra l'istinto di fare quella zen, in un senso o nell'altro, e quello di saltare alla giugulare della nonna. Poi la sera mettendolo a dormire gli dice “ah, e già che ci siamo: non credere alla nonna quando ti dice che Peter Pan non esiste, lo sai che lei è un po' pirata.”

  2. Se Papone continua a sbagliare il nome della tizia del commerciale:

    “Hai chiamato l'Alfonsa?”
    “Si chiama Fernanda, Papone, Fernanda. Piantala di sbagliare, che prima o poi la chiamerò Alfonsa anch'io.”
    “Ecco, appunto. Ricordati di chiamarla, l'Alfonsa, perchè stamattina ti cercava.”
    “...”
    Lei chiamando in assicurazione dirà:
    a. “Buongiorno posso parlare con l'Alfonsa, no cazzo Alfreda, ops scusi ho detto cazzo, comunque cercavo la Fernanda.”
    b. “Buongiorno posso parlare con l'Alfonsa per piacere? Ecco, lo sapevo. Lo sapevo guarda, tutta colpa sua, di quel cretino. Mi scusi ma cercavo l'Alfreda. La Fernanda. Oh cazzo l'Alfonsa detta Fernanda. Insomma ha capito, no?”
    c. “Buongiorno ho ricevuto una chiamata dall'Alfonsa. È mica lì per caso? Ma chi? L'Alfonsa? Ah non lavora lì? Ah scusi ma infatti io cercavo la Fernanda.”

  3. Susibita fa cose, vede persone, medita vendette, riflette a random su sè stessa. Poi la sera scrive un post che s'intitola “test: quanto conoscete Susibita” e pensa:

    a. Domani. La carta gienica. Domani.
    b. Tu non sei normale. Sei egocentrica e anormale. D'altra parte scrivi di te in terza persona, maddai.
    c. carta igienica? c'è scritto carta igienica?"

18 ottobre 2012

dove, qui.

Io sono bravissima a fare buoni propositi.
Ad esempio mi piacerebbe moltissimo prendere tutte le tue storie, quelle che mi racconti senza guardarmi, occhi a terra mentre giochi coi sassi. Mi piacerebbe prenderle e riscriverle.
Le storie del cinghiale Marino e del guardiano Lingualunga, il lupo Nina che bussa alla porta. Non importa se le pianti a metà, ci penso io, d'altra parte si sa che non sono i finali il problema, semmai lo sono gli incipit.
Mi sa che ti sei beccato un virus intestinale, se me lo passi sono fottuta.
Faccio troppe lavatrici.
Sono così stanca.
Ma te le scrivo, prima o poi.
Dove? Qui.

16 ottobre 2012

Ho di nuovo scritto troppe parolacce.

Quando in una mattina come oggi apro l'home banking e vedo i nostri splendidi f24 che -puntuali come le zecche in primavera- partono verso gli ameni lidi delle casse statali per non fare mai più ritorno, ecco: in queste giornate qui un po' mi girano i coglioni gli zebedei.

In effetti se mando mio figlio all'asilo è perchè sto oggettivamente impaccata di soldi, altrimenti me ne starei a casa senza lavoro (che ho perso perchè sono rimasta incinta) e me lo guarderei io il pupo, amorevolmente.
No ma è logico, eh. Non fa una grinza.
In effetti se voglio fare un'offerta libera a un'associazione religiosa è giusto poterla detrarre, mentre con una onlus no, col cazzo decisamente pretenzioso.

E allora io gli f24 li pago lo stesso, li pagherò sempre, perchè non ha senso il contrario.
Ma non vedo l'ora di andare al voto: perchè stavolta un calcio nel culo un grosso, grossissimo smacco non ve lo leva nessuno.
Spero.

9 ottobre 2012

Filastrocca.

Filastrocca per te, che sei un po' mia ma non sei me.
Filastrocca per la fascia rossa che ti ho comprato, per il mio cervello spennacchiato.
Filastrocca che sono stanca, sopra sotto e contro la panca.
Filastrocca al mandarino, tu sorridi e arrici il nasino.
Filastrocca nel mio mondo: così pieno, senza fondo.
Filastrocca io non dico t'amo: ma lo sento dentro, nella mano.
Filastrocca mi stupisci: dormi, mangi e molto pisci.
Filastrocca come passa il tempo e cantando io ti perdo.
Filastrocca non importa: che tu viva, questo conta.
Filastrocca sei bambina: luccichi come una monetina.
Filastrocca sei una donna: di pane e fragole la somma.
Filastrocca perchè piangi: urli, mangi e mi stanchi.
Filastrocca un po' per me, che son io e non son te.


5 ottobre 2012

Send the e-mail to.

Gentile Sig. Amilcare Cazzini,

in allegato i dati dell'autoveicolo e la copia del mio documento d'identità: vediamo per cortesia di non metterci 30 anni a evadere la pratica che altrimenti siamo fermi e poi quell'altro mi fa il mazzo perchè deve andare a piedi. 
Che poi io gli dico sempre che è bene che vada a piedi, che dopo i 30 -si sa- il metabolismo va un po' in merda, ma lui niente, dice che piove e qualche volta pure nevica e rischia sempre che lo tirino sotto al passaggio del ponte. 
Quindi dicevo: siccome quello è padre di famiglia e stiamo già messi male che come convinventi non abbiamo granchè di garanzie reciproche se uno dei due lo tirano sotto, mi faccia il favore di accelerare la cosa, mica che siamo sempre lì a guardarci nelle palle degli occhi, con io che chiamo per sapere se l'assicurazione può partire e lei col dire che coi rinnovi è tutto fermo, colpa della Provincia.
Insomma mò le ho inviato tutto e non cerchi di negare, che la mail ha pure dovuto chiederla alla sua segretaria: ma si può? ma manco la mail a memoria senza la segretaria?
Io non glielo volevo dire ma la cosa è un po' imbarazzante, pensavo che nel 2012 solo mia madre.

Cordiali saluti, 

Susibita


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Gentile Susibita,
mi spiace, qui nessun Amilcare Cazzini.
Almeno non quell'Amilcare Cazzini, presumo omonimo.
Spiacente per sua assicurazione, personalmente non vedo come potrei esserle d'aiuto.
Bella foto.
Saluti,

Amilcare Cazzini (l'altro).

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Gentile  Amilcare Cazzini della Cazzini Assicurazioni,
le invio tutto col presente fax.
Le comunico che l'indirizzo mail che ha chiesto a quell'idiota della sua segretaria non è il suo, ma di un tale omonimo che ora ha in mano il mio documento d'identità e nella migliore delle ipotesi ci ho fatto solo una figura di merda, nella peggiore quello è il tizio in trench che mi aspetta sotto casa. 
In tal caso sappia che è solo colpa sua. Sua di lei, Amilcare l'assicuratore.
Veda di sbrigare il tutto entro l'altro ieri perchè sa, meditavo di cambiare assicurazione.

Cordiali saluti,

Susibita




Ma cazzo.













1 ottobre 2012

Assolutamente no.

"Magù vuoi la merenda?"
"No."
"Allora metto via lo yogurth?"
"No."

"Magù vuoi spegnere la televisione per cortesia?"
"No."
"Ci vogliamo preparare per la nanna?"
"No."

"Vieni a fare la spesa con mamma e papà?"
"No."
"Allora stai a casa?"
"No."

"Ti sei divertito a scuola?"
"No."
"Vuoi che facciamo un disegno/leggiamo un libro/prendiamo il pongo/una briscola/il bunga bunga col coniglio/punjy ball con la suocera?"
"No. No. No. No.No.No. Voyo ballae."
"Ah che bello. Vuoi ballare?"
"No."

"Quando arriviamo a casa lo togli il ciuccio."
"No."
"Non era una domanda."
"Affolutamente no."

Magù è entrato nella sua fase negazionista. Affolutamente negazionista.