11 marzo 2015

Il peggio che puoi farle, è ignorarla.

Se qualcuno venisse e mi svitasse la testa dal corpo farebbe un'opera buona, avrebbe la mia gratitudine eterna.
Sento sinceramente il bisogno di staccarmi da me stessa.
Mi sto sul culo da sola, rendo l'idea? non so se qualcuno là fuori soffra di questa mia stessa sindrome e mi possa suggerire come uscirne.
In questi giorni, così pieni di forse, di scommesse che non si è per nulla certi di poter vincere, di dadi lanciati e piani perseguiti.
In questi giorni senza certezze, senza risultati, solo investimenti, io ecco: sono la miglior detrattrice di me stessa.
Son 30 anni e passa che lotto con un'autostima ridicola e francamente si sentono tutti.

Ho una mia teoria, in merito.
Credo che dall'insicurezza, dalla mancanza d'autostima, dalle paure più fonde della nostra anima -quelle su noi stessi- non si guarisca mai del tutto.
E' una malattia per cui non c'è cura.
Se la contrai - e nella misura in cui la contrai- te la porti dietro tutta la vita.
Puoi conviverci, ma annientarla del tutto mi pare oramai improbabile.
Poi non so, voi magari, ma io a farla fuori, 'sta bestiaccia grama, non ci sono ancora riuscita.
La mia teoria è quindi di accettarla, evitando come la peste di subirla inermi.
Averne consapevolezza, tentando di assumere parziale controllo su di essa.
Tenersi alla larga dai suoi più feroci alleati: l'autocommiserazione, la gravità, la solitudine, le seghe mentali auto-inflitte, il ripercorrere i (supposti?) fallimenti passati.
Rinforzare d'altra parte i suoi nemici più grandi: l'autoironia, la leggerezza, la fiducia nel futuro, la coltura della bellezza della propria anima - che c'è, esiste, gli altri la vedono, e persino io la sento dentro di me, quando mi tolgo le lenti scure dell'autodenigrazione.

Questa la teoria.
Poi la prassi, vabbè.
Nei miei momenti più bui sogno mio padre che mi fissa e afferma lievemente imbarazzato ma in fondo così -come ineluttabile constatazione- che gli pare proprio che io valga pochino.
In quelle notti scatto sudata dal piumino e cerco di riportare il battito ad un ritmo normale.
In certi momenti - non so se avete presente - io mi sento così nuda ma così nuda che mi sale il freddo addosso, da dentro.
In quelle notti mi stringo ai bambini, che sono così belli e hanno i piedini tiepidi e la calma del sonno.
Perchè anche se di giorno discutiamo, litighiamo, ci snerviamo a vicenda, la notte ci coglie ad un certo punto vicini, nel mio o nel loro letto.
La notte ce la teniamo per proteggerci.

Se nessuno di voi ha la possibilità di passare da queste parti in collina e svitarmi questa testa folle e stronza, bè non fa nulla.
Vorrà dire che farò semplicemente come le altre volte: continuerò a vivere e quando si avvicinerà la vocina sordida e meschina (lo vedi, che non sei capace? ma dove credi di andare? pensi davvero di farcela? stai soltanto perdendo tempo. Quello/a/esso/essa/il cane dei vicini/ilpeggiostronzochepassaperstrada sì che vale, mica tu. Hai sbagliato tutto, è da mò che te lo dico. Non te lo meriti, non sei all'altezza.) la lascerò parlare. Da sola.















3 commenti:

SuSter ha detto...

Iniziavo a preoccuparmi.
Purtroppo non posso passare dalle vostre parte in questi giorni, ma sono sicura che se lo chiedi a Magù troverà il modo.
Falla finita che vai alla grande!

Susibita ha detto...

Viste dall'esterno andiamo tutte alla grande.
ma vaglielo a dire alla mia testina di cappero.
Comunuque grazie =).

Susibita

D'Erica ha detto...

Adesso, lasciami organizzare che vengo io a svitarti quella testolina :*