27 aprile 2016

Zebre e caramelle.

Quando te ne sarai scordato ti ricorderò io del tuo sorriso sotto la porta ad arco in casa di nonna, tu che agiti il pugno in segno di vittoria e bofonchi qualcosa con gli occhi illuminati dalla gioia, io che non capisco.
Finché non vedo quel cratere enorme che hai al posto dell'incisivo e colgo, finalmente.
Hai raggiunto il gotha dei seienni, il traguardo che domani a scuola ti renderà che dico interessante, che dico ammirato, che dico invidiato: hai perso il tuo primo dente, fatto che vi rende, agli occhi di voialtri seienni, innegabilmente fichissimi per almeno 2 minuti.
E' passato un topino e ha lasciato una moneta: col tuo euro sei andato all'arci e hai comprato 10 goleador alla cocacola frizz, 5 per te e 5 per tua sorella.

Quando sarete grandi e parleremo male di tua sorella (ho idea che parleremo spesso male di tua sorella) a un certo punto uno di noi si ricorderà che Nina è sì una grandissima scassacazzi, ma è anche quella che ci dice le cose come stanno, e noi ne converremo tutti.
Perché Nina mi fa impazzire, ma è l'unica -tu non me lo dici mai, sei troppo gentile- che a un certo punto mi guarda e mi fa: "Io non zoco. Perchè non vojo che mamma mi fa la foto mente zoco. Vojo che mamma zoca con me."
Nina mi fa vergognare, ed è così che divento migliore.

Avete scelto i vostri nomi da supereroi.
Non Drago, Squalo, né Tornado.
Siete Zebra Luminosa e Marshmallow, e io vi amo, per questo.









14 aprile 2016

Me ne vado.

"No, Nina, non andartene, ti prego!" - lui, nel panico.
"'Lèvati che devo ussire. Zao, io me ne vado." - lei sul cancellino, zainetto in spalla.
"Ah, esci?"
"Sì, me ne vado di casha."
"Capisco. Che peccato, e come mai vai via?"
"Pecchè qui shiete tutti matti. I gatti mi gàffiano e ccàppano, mio fatello mi dà noia e quella là lavora shempre."
"Chi sarebbe "Quella-là"?
"Tu."
"Mmm. Mi spiace. E hai già deciso dove andrai?"
"Vado da A."
"Oh no: va da A. Se ne va, mamma."
"Sta bluffando, amore, non cascarci. E come mai proprio da A.?"
"Pecchè non shono matti come qui."
"In effetti non posso darti torto. Va bene, allora: salutaci tanto A. Mi raccomando, torna a trovarci qualche volta, però, perché credo ci mancherai tanto."
"Ma no mamma...sei matta? quella va..."
"Mpf. Ok. 'zao."
"Ciao."


10 minuti dopo.


"Non mi 'ttufie."
"Io non ti stufisco, ti abbraccio perché sei la mia sorellina e non te ne sei andata."
"Ah, ancora qui sei? non dovevi andare da A.? Bene: sono davvero contenta tu abbai deciso di restare, alla fine, anche se siamo un po' matti."
"Sì, ho deziso di rettare pecchè era solo uno cchezzo."
"Oh Nina, brava. Che bello! Pensavo andassi via davvero!"
"Ma fei matto? non me ne vado affolutamente."


Non se ne va, dopotutto.
Affolutamente.



6 aprile 2016

il tempo dei papaveri.

E' arrivato il tempo dei papaveri.
Il tempo delle gocce di luna tra l'erba, del verde che dardeggia, ferisce.
E' arrivato il tempo in cui dondola il dentino e ti restano appesi alle gambe i racconti che mi fai apparecchiando la tavola.
E' arrivato il tempo che Nina indossi vestiti e si levi le calze, il tempo delle collane di legno e dei baci di mela.

Quando c'è il sole lecchiamo un gelato e sbricioliamo nocciole, contiamo fino a sessanta più due.
Quando c'è l'ombra scendiamo nell'orto e cucino fiori o frittate.
Quando voi non ci siete lavoro tanto e vi aspetto: l'orologio gira e cambia la luce, io tolgo il maglione.
Quando voi ci siete noi siamo tre anche se siamo in sei.
Questo tempo qui che fa ballare i dentini, crescere i capelli e mette in bocca albicocche.
Questo tempo qui che passa sempre, ma poi ritorna.
Io non lo voglio guardare mai, senza di voi.



4 aprile 2016

Storia della pinzipessa Lola.

Z'ea una votta la pinzipessa Lola.

"Ohibò -dìssce- sono sola, non z'è il pinzipe!"

Incontò una zimize.

"AIUUUUTOOO! PUZZA! MODDE! è PEICOLOSA!!"

E la zimize la manzò, alla pinzipessa Lola.

"Ohibò -dìssce- sono sola, non z'è il pinzipe!"

Così feze un buco nella tetta della zimize con un bel cottellino, e se ne ussì dal buco, Lola.


E quetta è la fine della ttoia.
TTOP.



Da cui deduciamo che:

- incastonare parti di libri altrui -ad esempio le pulcette in giardino- e ficcarle dentro una storia di tua invenzione potrebbe effettivamente non ledere il copyright di alcuno, chiamandosi più propriamente "citazione". Anche a 3 anni e mezzo.

- Hoibò è un'interiezione eccentrica ma di fascino indubbio, e val la pena indulgere nel suo abuso.

- In mancanza di un principe, certe pinzipesse non si fanno troppi problemi a ricorrere a mezzi forse un po' splatter, ma invero efficaci.